(SoloMarcello/Toomi Labs 2016)
Uno degli esordi, sulla lunga distanza, più travolgenti degli ultimi mesi questo degli Ottone Pesante, giunto dopo un Ep pubblicato un anno fa.
Avendo già una rodatissima esperienza live, in quanto tra le altre cose sono la sezione fiati aggiunta dei Calibro 35, si esprimono con un originalissimo grind-metal, ma con al centro non le chitarre, bensì gli ottoni.
L’aspetto più originale del loro sound è che le partiture metal in più occasioni sembrano delle fanfare in velocità o del gypsy-punk.
La ritmica è sempre serrata che sia perla cavalcata serrata che vira quasi verso il jazz-core di Brutal, o verso le schegge free jazz-core di Copper SulpHate o la quasi funerea Trombstone, passando per le incursioni nel jazz afro di Redsmith veins, nella quale il trash evoca le fusioni tra il jazz etiope di Getatchew Mekuria e il post punk dei The Ex.
L’ascolto di questo disco è un’esperienza unica, stimolante e molto eccitante.
Voto: 9
Vittorio Lannutti