(Sono Luminus 2017)
Dopo aver affrontato, nelle precedenti uscite discografiche con la Sono Luminus, programmi trasversali che affiancavano opere moderne a classici della letteratura per quartetto, in questo nuovo progetto il Jasper String Quartet si tuffa in un repertorio tutto contemporaneo, e marcatamente americano. E lo fa con una dedizione, un virtuosismo e un trasporto davvero eccezionali.
I primi tre brani, firmati da tre celebrate compositrici del calibro di Caroline Shaw, Missy Mazzoli, Annie Gosfield, prendono spunto da fonti extra-musicali alquanto diverse – rispettivamente, la forma e il colore di un particolare tipo di arance, una sperduta città tra California e Nevada, e vari stralci di comunicazioni radiofoniche risalenti ai tempi della seconda guerra mondiale – per costruire degli affreschi sonori vigorosi e ricchi di pathos, accomunati dall’alternanza di potenti ostinati ritmici (particolarmente evidenti nel brano della Gosfield) e sezioni liriche dal sapore vagamente folkloristico.
Le successive composizioni si muovono su un terreno più strettamente musicale, ma non per questo meno espressivo. Se il brano di Judd Greenstein è percorso da un motorismo ritmico inesauribile e contagioso, David Lang ci trasporta in una dimensione di assorta meditazione, cullandoci con un semplice e nostalgico pattern di dieci note che viene ripetuto in maniera insistita ma non priva di sottili, significativi scarti emotivi. La selezione si chiude con due brevi ma incisivi pezzi di Donnacha Dennhey e Ted Hearne, in cui uno stesso materiale musicale è sottoposto a una serie continua di, per così dire, fermate e ripartenze, comunicandoci un senso di piacevole incertezza.
Se qualcuno nutrisse ancora dei dubbi sulla potenzialità espressiva e sulla vitalità della musica contemporanea, questo Cd, grazie anche alla straordinaria qualità delle esecuzioni, rassicurerà anche gli scettici più ostinati e delizierà le orecchie di ogni appassionato.
Voto: 9
Filippo Focosi
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