(Glitterbeat 2017)
Il nuovo album del prodigio del kologo (strumento tradizionale a
due corde) King Ayisoba, è una vera e propria botta in
faccia. Prodotto da Zea (Arnold De Boer degli Ex,
per il quale il Re ha aperto una serie di concerti europei), “1000
Can Die”, è tradizione che deflagra in pura e libera massa energetica.
Non più in solitaria, ma con una vera e
propria band a destreggiarsi nell’assortita strumentazione etnica esposta.
Dalle parti di un linguaggio che prevede terra, bestie in
transito, affanni quotidiani, l’attesa del raccolto, l’urto del sole,
il ringraziamento per il raccolto, casa e distanza da casa, rincorse,
invocazioni e danze spezza gambe. Irresistibilmente frontale tra
riff in frenetico loop, polifonie vocali, stelle che sbatton l’un con
l’altra, dosate intrusioni elettroniche, progressioni che definir
sciamanico rap non è offesa, incantevoli ninna nanne, sdraiati
in terra nella frescura della notte (Ndeema). Un blocco
d’impeto passionale che urla, sbuffa e si torce. Tradizione e
innovazione, in unica, rilucente, curiosa e invitante amalgama.
Corpaccio e coppino di un tutt’uno sollecitati e storditi.
Dal Ghana uno dei dischi dell’anno.
Voto: 8
Marco Carcasi