(Navona 2017)
Nei dieci brani qui presentati il giovane compositore e pianista Zhen Chen imbastisce trame lineare a partire da linee melodiche intrise di romanticismo, che si sviluppano su arpeggi minimali. Il pianoforte di Chen dialoga con strumenti tipici della tradizione cinese, suonati dalle brave e belle colleghe dell’autore, aggiungendo un tocco di esotismo ma anche donando peculiari sfumature espressive: si pensi ai vibranti tremolii della pipa, o alla malinconia sprigionata dall’erhu. Altrettanto incisivo è l’innesto della voce in tre songs di cristallina bellezza. Talvolta il linguaggio di Chen diventa prolisso, e rischia di sminuire quello che rimane il suo principale punto di forza: l’immediatezza e godibilità d’ascolto.
Voto: 6
Filippo Focosi