(Amirani Records 2017)
Facendo largo uso di tecniche compositive di tipo matematico-computazionale, Milo Tamez presenta in questo concept album corpi sonori che strutturano spazi solidi e concreti, in modo talvolta decisamente percussivo, talvolta più liquido, e comunque sempre costruendo ecosistemi ambientali di chiara matrice naturalistica. Alla fine del percorso la natura lussureggiante del Centro America la si respira e odora, quando ci si immerge nel battere intenso della pioggia e nel plurale cinguettio di tropicali pennuti. Ne esce un contributo, a tratti interessante (soprattutto nell’esplicito finale di matrice naturalistica), all’arte della percussione improvvisata e sperimentale: un contributo, però, non del tutto innovativo, e in certi momenti un po’ pesante da ascoltare. Molto ricco e illustrato il libretto di accompagnamento, che introduce l’ascoltatore/spettatore in una terra ricca e sfolgorante di colori, oltre che di suoni.
Voto: 6
Alessandro Bertinetto