(Clean Feed Records 2017)
Accompagnato da cinque grandi musicisti, come lui stesso li definisce, Samo Salamon continua il suo percorso nel jazz di ricerca, presentandoci questa volta il suo contributo al recente jazz festival di Lubiana. La principale idea di questo colorato progetto è senz’altro l’uso di due batteristi, molto convincenti e già assai rodati nella collaborazione con il talentuoso chitarrista sloveno: Roberto Dani e Christian Lillinger. La chitarra di Salamon trova inoltre un solido sostegno nel basso di Pascal Niggenkemper e valide alternative solistiche in Julian Arguelles (sax) e Achille Succi (clarinetto basso), che si producono in un convincente interplay già nella traccia di esordio Yellow (sì, perché, conformemente al titolo della suite sono i colori a dare il loro nome ai brani dell’album).
Com’è nello stile di Salamon, le parti composte offrono un ambiente confortevole per le improvvisazioni, costruite sia sui soli dei musicisti, sia sulla loro interazione (e spesso le due cose coincidono: per es. in Black). L’alternanza tra i momenti più dinamici e quelli più pacati – e sospesi (mai ‘molli’ però, sempre densi di energia: come in Green e nel successivo Red, in cui, grazie al dialogo incalzante tra percussioni e fiati, si genera progressivamente una fantastica potente tensione dinamica che sfocia e culmina nel loop finale di White) – è una specie di marchio di fabbrica per il musicista sloveno: qui il modo in cui è proposta è davvero notevole, soprattutto grazie all’eccellente gestione dei rallentando e degli accelerando e all’intelligente incastro di percussioni, liberi soli e loop insistiti. Così come notevole è il modo in cui i brani – spesso anche grazie all’eliminazione delle cesure tra un pezzo e l’altro – mettono insieme parti strutturate e parti di libero e dialogico girovagare musicale. Un girovagare, non dimentichiamolo, condotto con maestria da grandi musicisti e reso possibile anche dalla base offerta dalla limpida linea presentata dal tema iniziale (cfr., per es., Blue).
A questo ci ha (felicemente) abituati Salamon: una musica che è senz’altro e riconoscibilmente jazz (jazz ricco di swing e groove), e che è anche ricerca creativa dell’improvvisazione (più o meno radicale): come è (ed è stata) una buona parte del grande jazz.
PS. Giustamente l’ultimo dei colori è il Greyin cui tutti gli altri si mischiano.
Voto: 10
Alessandro Bertinetto