(Autoproduzione 2016)
Mariano Festa aka Pure Songs è arrivato al terzo “volume” di canzoni – in questo caso, propone sei brani – e da solo, con la sua chitarra e la voce accorata un poco alla Damien Rice (cfr. Bright Eyes) nel 2016 si unisce al flusso costante di menestrelli acustici che puntano alle nostre orecchie.
Genericamente, siamo più vicini al West che ad Ed Sheeran o James Morrison (Another Story), che pure non sarebbero così peregrini, come paragoni (Soldier); non manca anche la via Emilia, nel senso che potremmo sentirci un Guccini (meglio, un Ligabue) che mastica l’inglese (LLMU). Ma, alla fine e forse, il sogno di Festa sarebbe quello di essere un Cat Stevens più tranquillo (cfr. True Hard Love); anche se l’esito finale e migliore si ha quando la canzone rimane più interrogativa, dai suoni “aperti” (Colors, ovvero gli ultimi Fleet Foxes senza l’orchestra e ridotti al solo Pecknold).
Per contatti: mariano.festa@gmail.com o songspure@gmail.com
Voto: 6
Marco Fiori