(Araghost Records 2017)
Il loro nome è stato preso in prestito da una canzone dei Mudhoney, quattro diavolacci intenti a maciullare un trito di garage(psycho)roll che deraglia spesso in pasticci di sovversivo punk blues, in misture di obscura wave (le movenze dominatrici del basso nel cuore di 777, Magicabus) e voodoo surf. L’immaginario dei MCBS, invero b-movies mood, è presto scoperto: chitarra, basso, batteria, voce all’insegna di un puro scompiglio sonoro, partito col mitragliante giro di chitarra di Feynman’s Topless Bar, con la ritmica paranoide e sincopata su He man, She Raw, con il ‘boogie woogie’ deviato sparato a tremila in Bad Mioche. Se Hikikomori Sun si nutre di un climax più indie quanto calmo del solito, Bent è un volo pindarico nel blues lisergico, sparato al cuore e senza fronzoli, come lo è anche la successiva God Bless Darwin, una scarica di adrenalinico garage ‘n’ surf con annessa pelle d’oca assicurata.
Voto: 7
Sergio Eletto
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