(Discipline/Audioglobe 2017)
Pare starci piuttosto a suo agio, in questi “Spazi di vita scomodi”, Giuseppe Fiori: giurista – musicista, già alle quattro corde nell’ammucchiata musicale Rezophonic e poi negli Egokid, conduttore radiofonico e pure sportivo per beneficenza, riesce a fare stare insieme nello stesso pezzo Litfiba e Scisma (cfr. Spazio) e non si sa come. Rock “adulto”, da radio americana come la immaginerebbero però gli 883 (Fuori di qui: un Max Pezzali cresciuto?), con un animo “balladero” non spregevole (cfr. Amore platonico); Giuseppe suona (bene) quasi tutto quello che gli capita per le mani, con il grande aiuto fraterno di Raffaele (Fiori), l’onnipresenza del produttore Lele Battista e piccoli ausili di vari ospiti (segnaliamo Gak Sato al theremin in un paio di brani).
Un suono importante, che accomuna l’etere americano di cui sopra con “ossimoriche” magniloquenze brit-pop (Oggi mi sono svegliato male; Significati e significanti), in cui peraltro non annegano testi non banali, come potrebbe(ro) sembrare a un primo distratto ascolto (cfr. Segnali di fumo). Forse abbiamo trovato l’erede 2017 di “ZuccheroFilatoNero” di Mauro Repetto (anno di grazia 1995)? Il fare naif e fuori fuoco, pur nella strada principale, sentire Toys, è quello; anche le voglie (cfr. Noi, il sassofono di Andy dei Bluvertigo mai troppo celebrati e che qui Fiori ricalca in Nonostante tutto).
“Strano”, ma bravo; si ascoltano volentieri, questi dieci brani.
Voto: 7
Marco Fiori