(Archivio Diafonico 2017)
Il batterista Francesco Gregoretti è un acceso agitatore della scena avant-improv partenopea, e il chitarrista destrutturatore Olivier Di Placido, seppur sveli una nazionalità transalpina, è da tempo assiduo frequentatore della Napoli più sotterranea e underground che vi sia al momento. Non è un caso quindi che questo progetto a due veda la luce su spartana tape per Archivio Diafonico, raccogliendo due lunghe improvvisazioni per lato, le cui coordinate portano dritte al cuore più harsh e radical di maestri del mestiere quali Kevin Drumm e Merzbow, mediante una verve estetica davvero personale, fatta di matasse sonore a forme di grovigli oscuri, che vanno a lacerare per intero l’ambiente circostante, allo scopo di esplodere senza alcuna fretta in un magma continuo di raggiante ruvidezza espressiva. Diciamo che i due non vanno per il sottile e non si fanno testimonial di una musica dalla facile presa: le loro sono emozioni forti che ti attorcigliano le budella, cagionando al contempo uno stato di ansia, prima, e di benamata pace, dopo, quando spetterà al nero silenzio (rin)chiudere per sempre nell’oblio la sediziosa tempesta appena passata. Dare uno sguardo alle diverse foto che documentano su web i live set dei Many Others conferma l’attrazione della coppia per la manipolazione totale della strumentazione acustica, offrendo al pubblico un set dove Di Placido domina una guitar-table manipolata che è a stretto contatto con l’impianto ritmico di Gregoretti. Tutto ovviamente avviene in autentico real time: improvvisazione, manipolazione, e distorta resa finale. Buon ascolto se ne avete il coraggio!!!
Voto: 8
Sergio Eletto
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