(Libra Records 2017)
Un disco affascinante ma almeno in parte incompiuto o, se si vuole, irrisolto: così, volendo sintetizzare il giudizio in una sola frase, definirei ‘Aspiration’, l’ultimo lavoro della pianista Satoko Fujii. Il disco è stato da poco pubblicato dall’etichetta della stessa Fujii, Libra Records, ed è stato realizzato con una formazione di alto livello, molto intrigante, che comprende, oltre alla stessa Fujii, i trombettisti Natsuki Tamura e Wadada Leo Smith, e il percussionista e laptop-player Ikue Mori. Un disco affascinante, dicevo, in quanto costruito (o forse meglio decostruito) con maestria tecnica, con padronanza fin nei minimi dettagli dei materiali musicali (jazz, avanguardia, echi di tradizioni orientali: giapponesi, nella fattispecie) e delle atmosfere (pieni e vuoti, crescendo notevoli e altrettanto significative rarefazioni), e con grande sapienza compositiva-improvvisativa da parte dei 4 musicisti coinvolti. Al contempo, un disco parzialmente incompiuto o, come si diceva, irrisolto, in quanto, a mio giudizio, (a) non del tutto capace di assumere una direzione musicale ben precisa e coerente, e dunque talvolta tendente alla mera divagazione (molto colta, beninteso; ma pur sempre divagazione), a un nomadismo atematico un po’ fine a stesso e un’eccessiva uniformità sul piano timbrico; e poi (b) nutrito dello spirito di utopie musicali senza dubbio affascinanti ma, in quella che considero la loro irrealizzabilità (scopo finale di Fujii, come si legge nella presentazione del disco fornita dalla casa discografica, è “[to] make music that no one has heard before”…), sfocianti per l’appunto nell’incompiutezza, nell’irresolutezza e, alla lunga, in qualche brano anche in una certa noia, in un tentativo di ‘shock’ che però ‘non shocka’ realmente l’ascoltatore. In definitiva, un disco consigliato agli appassionati di certo jazz dissonante che si muove a stretto contatto con i sentieri delle avanguardie ma che avrebbe forse tratto giovamento da un maggiore senso della costruzione e della misura, nonché da un organico anche lievemente allargato e diversificato.
Voto: 6
Stefano Marino