(Autoproduzione 2017)
Difficile rendere conto dell’album prodotto dalla collaborazione tra il percussionista Massimo Barbiero, a capo dell’ensemble Odwalla, e Baba Sissoko, voce ormai emblematica della musica africana. Sei tracce, dai titoli suggestivi e ricchi di riferimenti fiabeschi e mitologici provenienti da varie culture, si susseguono, legandosi l’una all’altra e restituendo in maniera efficace l’atmosfera live in cui sono state registrate. Sei tracce, non sei brani nel senso ordinario del termine: la durata inusuale (la più breve 8 minuti e mezzo, la più lunga oltre 15) già dà la dimensione di un progetto complesso, in cui trovano spazio le felici intuizioni della marimba, la poliritmia messa in scena dalle numerose percussioni utilizzate e l’intreccio delle voci di Sissoko e Gaia Mattiuzzi (un esempio su tutti, la traccia 2: un timbro bellissimo, quello di Mattiuzzi, e un controllo notevole). Piace il connubio tra jazz e world music, con il richiamo all’arte dei griot africani. Un po’ meno l’enfasi retorica (il recitativo della traccia 3) e il sincretismo dei riferimenti (Africa, la citazione di Ignazio di Loyola nel booklet, Cerbero e il Cappellaio Matto nei titoli… ma perché?). Così vario che può annoiare; così tanto movimento che alla fine si rischia la monotonia.
Voto: 6,5
Stefano Oliva