(Creative Sources Recordings 2017)
Kathodik ha conosciuto il tocco essenziale e asciutto di Quentin Tolimieri pochissimo tempo fa grazie ad un solo licenziato su pfMentum (“Piano”) in cui la tastiera si trasformava in un ring dove si scatenava in pindarici giochi d’improvvisazione seghettata e millimetrica, facendosi alfiere di un fraseggio frastagliato e della passione per i ritmi sconnessi, asincroni. Se allora i canovacci estetici, nonostante poco ortodossi, restavano fedeli ad un uso comunque classico dello strumento, in questa release per Creative Sources Tolimieri mostra l’altro lato del suo intimo flirt col pianoforte. Otto bozzetti personali piuttosto coincisi di prepared piano costruiti escogitando per ognuno di essi un peculiare allestimento oggettistico nel cuore dello strumento (siano pezzi di metallo, plastica, gomma…). Ad uscirne è un suono stralunato, metalloide (A Bowed One), ciondolante e drogato (A Long One), ferroso e narcotico che a sprazzi rievoca – neanche tanto – da lontano degli ascetici rimandi di scuola minimalista. In più di un’occasione a colpirci è un impasto di suono ibrido, dove il suono percussivo e il tocco classico si fondono in un unico corpo denso di suoni bassi che pullulano nel profondo (l’angosciosa oscurità respirata in A Low One). Ne restano di spazi aperti all’improvvisazione più ardita e radicale dove il solismo di Tolimieri si lascia prendere dalla mano (esempi lampanti A Sparse One, la graffiante A Half and Half One). Di certo “Prepared Piano” fa salire di punti al nostro Quentin in fatto di personalità rispetto alla precedente puntata. Qui già il fatto di aver presentato tutte composizioni inedite scolpite appositamente per piano preparato chiarisce l’acume da ricercatore puro e crudo del nostro.
Voto: 7
Sergio Eletto
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