(Cold Blue 2017)
L’arte di lavorare con poco (in termini di materiale e struttura), per produrre molto (a livello emotivo), è alla base delle composizioni dell’eclettico autore americano Larry Polansky, contenute in questa bella nuova uscita della Cold Blue. Ne sono prova, anzitutto, i due brani per tre chitarre, giocati sulla continua modulazione tra tre diverse serie armoniche. L’effetto è ipnotico e avvolgente, con le chitarre elettriche a intessere sussurranti dialoghi che si dipanano in apparente libertà, senza mai allontanarsi da un nucleo tematico condiviso. Analogo principio compositivo è alla base del brano che dà il titolo al Cd, FreeHorn (della durata di una ventina di minuti), in cui la ricca e originale strumentazione –che include sax, corno, tromba, pianoforte, chitarra elettrica e archi – dona al lento incedere di suoni fluttuanti, eterei arpeggi e frammenti melodici un tenore emotivo oscillante tra la dolcezza e l’inquietudine. Una sorta di raffinata “dark-ambient” − non lontana, nell’atmosfera evocata, da certi lavori di Ingram Marshall − di tanto in tanto rischiarata da squarci di luminosa bellezza.
Voto: 7
Filippo Focosi