(Navona 2017)
Le Quattro Stagioni sono forse la composizione più famosa di Antonio Vivaldi, e per questo ne sono state nel tempo offerte svariate letture, che arrivano fino alla celebrata rivisitazione da parte del compositore post-minimalista Max Richter. L’operazione del pianista e compositore croato Matej Mestrovic è di genere diverso, quasi opposto: anziché lavorare sulla dilatazione delle felicissime ed evocative invenzioni tematiche e ritmiche del “Prete Rosso”, egli opera una condensazione/intensificazione delle cristalline pagine Vivaldiane, portandole su sentieri più tortuosi ma comunque, in qualche modo, fedeli allo spirito originario. Così, i già frenetici e galoppanti movimenti veloci diventano esuberanti e urbane rincorse, al ritmo sincopato del jazz – in questo, non siamo lontani da quanto proposto dal duo pianistico Bahrami-Rea nelle loro interpretazioni Bachiane, o alle scorribande improvvisative del pianista turco Fazil Say − reso ancor più scintillante, nelle fitte dinamiche contrappuntistiche, dall’interazione tra i tre pianoforti (insieme a Mestrovic, figurano Hakan Ali Toker e Matija Dedic, anch’essi versatili pianisti che spaziano dalla composizione all’improvvisazione). Laddove i movimenti lenti, dove Toker talvolta abbandona il pianoforte per imbracciare la fisarmonica, si connotano di venature nostalgiche e languide che richiamo colori e sensazioni della cultura musicale balcanica. Il risultato è una musica piena di energia, dinamismo ed emozionalità: una maniera inedita e convincente di dare nuova linfa a uno dei capolavori indiscussi della musica classica occidentale.
Voto: 8
Filippo Focosi