(DreaminGorilla Records 2017)
Come dei Cani settentrionali, liguri per la precisione (cfr. la cantabilità introversa di Non dormire, a cui forniscono spinta le quattro corde di Stefano Zarba), con (in) più dosi di chitarre “shoegaze” (ma una buona mano la danno anche le tastiere di Valerio Gattero), i tre Case di Vetro − ovvero Alfonso Fanella alla voce, alle chitarre, all’elettronica; Fabrizio Rossi alle chitarre e al synth bass; Andrea Penco alla batteria – vogliono ambiziosamente far conoscere gli Slowdive a Max Pezzali (o viceversa: Milano).
Oppure, forse più modesti, portare l’esperienza dei Quartieri romani al Nord (la “title-track”, Slovenia): elargire malinconia “indie-pop” (cfr. Docile) a piene mani, come la declinerebbero Thegiornalisti non alla ricerca di facili scoop (Non tornare). Nel genere, ben fatto e senz’altro di piacevole ascolto (specialmente i primi dei sette brani complessivi); per contattarli: casedivetro@gmail.com
Voto: 7
Marco Fiori