(Navona 2017)
Dopo aver avuto modo di conoscere la personalità di Piotr Szewczyk nella veste di interprete e coordinatore del progetto Violin Futura, sfociato in un doppio Cd della Navona (da noi precedentemente recensito), questa nuova uscita discografica ci offre l’opportunità di apprezzare anche le qualità compositive di Szewczyk, qui protagonista con una selezione di suoi recenti lavori cameristici, in cui quasi sempre è presente il suo amato violino (da lui suonato, tranne che in un caso). Qualità che, è bene dirlo, sono ben evidenti dal primo ascolto. Prima fra tutte, annovererei la schiettezza del suo linguaggio: senza trangugiare in inutili preamboli, Szewczyk colpisce da subito l’orecchio dell’ascoltatore con incisi melodico-ritmici di immediata efficacia e freschezza, che stabiliscono l’humus ‒ spesso vivace, deciso, quando non aggressivo ‒ del pezzo. Ma questo, ovviamente, non è tutto: dacché il Nostro sa lavorare con grande finezza e maestria sui materiali esposti, sottoponendoli a variazioni continue o giustapponendoli per via di contrasto, sì da mantenere sempre alta e vigile l’attenzione e l’interesse. Pressoché tutti i brani, dalle contagiose Twisted Dances per oboe, violino, violoncello e pianoforte a Furioso per trio d’archi, sprigionano una inesausta e trascinante vitalità ritmica; ma non mancano passaggi più introspettivi, come nel languido jazz del movimento centrale del trio per pianoforte, o nella fluida melodiosità che pervade Bliss Point, per violino, clarinetto, violoncello e piano. Come è stato giustamente osservato da alcuni critici, le composizioni di Piotr Szewczyk fanno subito venir voglia di riascoltarle: con la sicurezza che ogni nuovo ascolto porterà con sé nuove e inaspettate gioie.
Voto: 8
Filippo Focosi