(Navona Records 2017)
Carmine Miranda e Boris Abramov regalano all’ascoltatore un disco per molti aspetti curioso e raro. Oggetto di analisi sono i duetti composti da Mozart e Beethoven per violino e viola e per clarinetto e fagotto, qui presentati in un’inedita versione per violino e violoncello. Il risultato è certamente straniante, ma nello stesso tempo estroso: la capacità di fraseggio e di coloratura dinamica dei due strumentisti è indubbia, così pure la restituzione del tono grazioso – ma non per questo frivolo – ed elegante di queste pagine.
I brani mozartiani sono senz’altro i più freschi e interessanti. Catalogati come K. 423 e 424, i duetti qui presentati possiedono momenti di rara bellezza. Non mancano ombre di malinconia e spiragli di umorismo.
Miranda e Abramov interpretano queste oscillazioni di carattere in modo perfetto, con un’intesa musicale che colpisce. L’esilità delle due voci diventa allora un problema di secondo piano e allontana lo spettro della monotonia.
Voto: 10
Marco Gatto