(Whirlwind Recordings 2017)
Il chitarrista americano (ma nato in Pakistan) Rez Abbasi consegna il terzo capitolo della trilogia prodotta a partire dal 2008 dal suo ensemble, Invocation. E ci regala sette tracce complesse e suggestive. A partire da Propensity, in cui l’impianto jazz lascia spazio (soprattutto in alcune frasi finali del sax di Rudresh Mahanthappa) a venature orientali. Il secondo brano, che dà il nome al lavoro, inizia con un bel connubio di sax e violoncello (Elizabeth Mikhael) rivelando un buon equilibrio tra scrittura e improvvisazione (dove chitarra e piano diventano protagonisti). Thin-King, tra i brani più accattivanti dell’album, si muove tra cambi di tempo e di dinamica, sui quali gli strumentisti ricamano abilmente. La ritmica è ancora al centro della scena in Disagree to Agree, con la versatile batteria di Dan Weiss, ben coordinata al basso di Johannes Weidenmueller (ascoltate gli obbligati). Chiude Dance Number con la chitarra che rotola sulla punteggiatura del basso. Sebbene non vi siano strumenti tradizionali indiani, l’influenza asiatica attraversa tutto il lavoro di Abbasi, determinandone il carattere enigmatico.
Voto: 9
Stefano Oliva
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