(Dodicilune 2017)
A dieci anni di distanza dalla sua ultima uscita discografica per la Dodicilune Records, il pianista e compositore romano Francesco Venerucci torna a regalarci una raccolta di suoi brani, scritti nell’arco degli ultimi vent’anni e liberamente ispirati a opere letterarie. Se nelle composizioni contenute nel precedente lavoro, ‘Tango Fugato’, Venerucci ‒ allora accompagnato da fisarmonica, archi, sax, clarinetto e percussioni ‒ attingeva a fonti folk di varia natura (dal tango alla musica africana) per elaborare temi di grande impatto che venivano sottoposti poi a elaborazioni oscillanti tra la composizione classica e l’improvvisazione di matrice jazzistica, quest’ultima sembra prendere il sopravvento nel nuovo ‘Early Afternoon’, pur senza mai intaccare l’equilibrio architettonico che sorregge ogni singola traccia. La dimensione del pianoforte solista ispira l’autore a pennellare trame meno lineari, giocate su sottili scarti melodico/ritmici e raffinate modulazioni armoniche che richiamano, da un lato, il mondo della musica impressionista dei Ravel e Debussy e, dall’altro, pianisti jazz come Bill Evans e Paul Bley. Non mancano episodi di più immediata presa, specie laddove il pianoforte dialoga col sassofono di Dave Liebman, che dona un colore unico e sensuale alle bellissime melodie scritte da Venerucci. Quasi sempre affiora una vena onirica e introspettiva, che sempre conserva tuttavia una invidiabile, soave leggerezza; qualità solo in apparenza antitetiche, che l’ascolto di questi brani rivelerà nella loro artistica e complementare natura.
Voto: 10
Filippo Focosi