(Innova 2017)
Dopo essersi splendidamente cimentati con due capisaldi del minimalismo storico ‒ In C di Terry Riley e Music for 18 Musicians di Steve Reich ‒ il Gran Valley State University New Music Ensemble guidato da Bill Ryan si confronta qui con un repertorio costruito apposta per loro da tre giovani compositori, Daniel Rhode, Matt Finch e Adam Cuthbert. Anche in questo caso, non ci discostiamo dal credo minimale, che prende forma in una poetica della fusione che si attua a diversi livelli: tra gli strumenti acustici ‒ flauti, clarinetti, sassofoni, percussioni, pianoforte, violino e violoncello ‒ e l’elettronica (presente in dose massiccia); tra i fasci di pulsazioni ritmiche che si accavallano e intersecano lungo il corso di ogni singola traccia; e perfino tra i compositori, la cui unità d’intenti li fa sembrare un’unica voce. L’effetto è quello di una raffinata ambient dai toni che oscillano tra il nostalgico e l’inquietante, che cattura dal primo ascolto pur presentando alcuni momenti di stanca, dovuti forse al fatto che i brani tendono un po’ troppo ad assomigliarsi tra loro (il che accade anche ai loro autori), perdendo qualcosa in termini di carattere distintivo e personale.
Voto: 6
Filippo Focosi