(Lisca 2017)
Torna a farsi sentire dopo qualche anno di assenza (il precedente
‘Gamma’ era del 2013), il quartetto sperimentale toscano
VipCancro. Che poi durante questo tempo, tra fasi soliste
(Andrea Borghi), edizioni limitate (le 60 copie di “Waxworks”
o le 43 del nastro condiviso con Simon Balestrazzi) e qualche
variazione sul tema (il progetto Daimon di Quiriconi /
Monti / Balestrazzi), non è che siano stati proprio con
le mani in mano. “Uno” li ricollega all’oggi,
presentando tre (s)composizioni che li mostrano alle prese con fasi
più scheletriche e immaginative, con parziale (momentaneo?)
attutimento, dell’elemento/rombo noise/dronante che ne
contraddistingueva le precedenti uscite. Il primo movimento del
nuovo album, incorpora voci e movimentazioni del pubblico presente
all’evento (una performance in quel di Venezia durante la
cinquantaseiesima edizione della biennale), mentre gli altri due, son
frutto di istantanee sonore registrate nei propri Molize
Studio. Sfondi spettrali in tremolio, elettronica claudicante,
acusticherie trattenute/alterate (basso/voce/percussioni), splendide,
minimali epifanie a ripulir i padiglioni auricolari (i concretismi
che strapazzano la seconda e terza traccia, pietre, legni, mirabili
attriti metallici, field recordings sottopelle e microscopici motori
in armonizzante ronzamento). Penombra, ampi spazi trattenuti da
muri sbrecciati e un filo di feedback ad alta frequenza, trait
d’union fra buio del cielo e umido della terra.
In quel che resta del 2017, “Uno” c’è.
Voto: 8
Marco Carcasi
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