(Azoth 2017)
Torna a farsi sentire dopo sei anni (il precedente “Untitled
Soundscapes” su Magick With Tears era del 2011), il trio
impro/elettroacustico A Sphere Of Simple Green.
Adriano Orrù (contrabbasso), Silvia Corda (piano preparato,
toy piano, glockenspiel) e Simon Balestrazzi (live
electronics, nastri, oggetti), si producono in otto composizioni
istantanee, ricche di arcaico approccio alieno/non ortodosso.
Tese e rigorose costruzioni in attenta stratificazione controllata che si
dispongono nello spazio senza necessariamente occuparne ogni
centimetro quadro. Tecniche acustiche estese e digitali
sgretolamenti trasfiguranti. A tratti, quasi esalazione etno/folk
siderurgizzata (il battito di corde che anima l’iniziale An
Extremely Narrow Path), a tratti, vaporizzazione/espansione di
un’eco/feedback da sequenza da camera (Unfriendly Environment)
o progressiva dissoluzione di un boschivo fermo immagine (Error Of
Perspective). Tramestio materico, riverberi, insistenze,
crepitar di nastri e memorie di una (quasi) aria popolare (gli
accenni di melodia interrati in Perception Of The Margin),
superfici screpolate e non rassicuranti misteri (il fascino estremo
della conclusiva An Even Narrower Path).
“With An Oblique Glance”, spigoli, frequenze e magia.
Voto: 8
Marco Carcasi