(Time Release Sound 2017)
Parte A1 – (In Limine) con il suo carico elettronico tratteggiato di malinconia e sogno, e tutto vai a pensare tranne che la sorgente madre di questi suoni così intricati sia una fisarmonica, il cui canto originario è trattato, manipolato in tempo reale, nonché miscelato a diversi field recordings. E Invece è tutto vero. Ciò, direte voi, non stupisce così tanto, visti i traguardi che la musica elettroacustica ha conseguito da decenni. Ciò che invece garba è il buon gusto melodico, strutturale, che alberga in Giacomo Fidanza (fisarmonica) e Francesco Maria Narcisi (manipolazioni, processing, field recordings, engineering) nella costruzione di “The Accordion Sessions”, andando a creare un percorso che, seppur suddiviso in 9 tracce, scorre alle orecchie come un unico viaggio di rarefatta bellezza deep-ambient. Il suono autentico della fisarmonica si lascerà difficilmente scorgere, perdendo la sua anima dentro un larghissimo vortice di sofisticata elettroacustica, a tratti cristallina, a tratti più tersa, ma che da subito ci rievoca le prove del Fennesz romantico da “Endless Summer” in poi. Ma se si parla di fisarmonica non si può non onorare una veterana dello strumento in salsa minimalista del calibro di Pauline Oliveros, la cui poetica pare levarsi cavernosa e cupa nelle ferite noise all’attacco di C1 – (Spire), oppure nell’ascesi mistica para-tibetana di C3 – (Ritorno). I due performer marchigiani imbastiscono un viaggio di alta poesia elettroacustica, dimostrando di saper affrontare un discorso di pura musica sperimentale senza dimenticare il carattere melodico e sognante di certa deep music. Tra le migliori cose sentite nell’anno appena chiuso.
Voto: 8
Sergio Eletto
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