(Mallissimaliste 2017)
Seguendo le indicazioni delle note di copertina, ‘I tre angoli del continente’ è un disco consistente dell’interpretazione dell’omonima composizione in 4 movimenti, opera di Faustina M. Todesco, da parte di un ensemble che prende il nome di Le Cercle des Mallissimalistes. L’ensemble è composto da 4 musicisti, Bernardt Pauillac, Krzysztof Skapiec, Nestor Désiré e Bernard Berdot, e prevede voci, chitarre, sintetizzatori, batteria, percussioni ed electronics. Nelle note di copertina vengono fornite alcune informazioni essenziali sulla compositrice, Faustina M. Todesco, personaggio molto particolare e, per così dire, fuori dagli schemi, di cui vengono ripercorse le vicende di militanza politica in frange di sinistra molti radicali, di apertura a esperienze mistico-esoteriche e di interesse per tendenze artistiche provocatorie come l’Azionismo Viennese, e infine di pratica musicale ‘distruttiva’ e anticonvenzionale, da un certo momento in poi decisamente tendente all’estetica della industrial music. ‘I tre angoli del continente’, come si diceva, si articola in 4 parti, intitolate Città aperta, Il martello, Tres mortes e Permanere, ed è ispirato, a livello tematico-concettuale, alla cosiddetta ‘trilogia della guerra’ di Roberto Rossellini, alla ‘agony of this destroyed city [scil. Berlino] and the fall of the Western civilization’. Ciò si riflette in modo evidente sulla musica, definita ‘a calm and furious soundscape of our modernity’. Una musica grigia e ossessiva, tanto ipnotica quanto al contempo inadatta a indurre la trance, per così dire, per via di una cupezza che nega a priori la possibilità di ogni distensione e abbandono. Una musica decisamente più tendente alla stasi che allo sviluppo, spesso fondata sulla ripetizione di pattern ritmici granitici sui quali si stagliano masse sonore compatte e impenetrabili, con sonorità marzialmente industrial. Una musica, va anche detto, che, proprio per la sua ostentata staticità e la sua negazione di qualsivoglia dinamismo (non soltanto a un livello melodico o armonico, ma anche ritmico e timbrico), dopo un po’ non manca di suscitare nell’ascoltatore un senso di noia e stanchezza, nonché il dubbio di trovarsi di fronte a un prodotto che, dietro a una facciata di (autocompiaciuto?) nichilismo, nasconde una certa aridità in termini di fantasia, nietzschianamente un ‘deserto che cresce’ e che soltanto a volte, metaforicamente parlando, fa sbocciare qualche fiore in termini di idee e soluzioni musicali.
Voto: 4
Stefano Marino
Le Cercle du Mallissimalistes Bandcamp Page