Thot ‘Fleuve’

(Weyrd Son Records 2017)

Irruente e pestone rock addizionato da elettronica e campionamenti, nella migliore accezione dei termini (cfr. Duna): ciò in estrema, sommaria sintesi propongono i belgi Thot in “Fleuve”.
Rispetto ad altri compatrioti, in questi nove brani troviamo più ricerca dell’“anthem” e meno rifugio nel “cold” (esemplificativa l’innodica Vltava); forse perché i loro punti di riferimento sono più il Lou Reed periodo “Berlin” (cfr. Rhone) che The Neon Judgement o i Sonic Youth di metà anni Novanta rispetto ai Digital Dance (Rhein). Forse, sempre semplificando, potremmo scrivere: Xiu Xiu meet Nine Inch Nails. Suonato e prodotto superbamente – un marchio di fabbrica di tutto l’indie proveniente dalla patria di Poirot: qui una grande mano la da Magnus Lindberg dei Cult of Luna − peraltro questo “Fleuve”; Grégoire Fray alla chitarra, alla voce e alle tastiere, Gil de Chevigné alla batteria (top: Samara), all’elettronica e alla voce, Dimitri Iannello al Bass Synth e a tasti vari, Arielle Moens alle percussioni e alla voce sciamanica sono signore/i musiciste/i, che anche negli stadi fanno la loro bella figura (magari aprendo per i Depeche Mode). Per contatti: thot@thotweb.net

Voto: 8

Marco Fiori

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