Oakum ’Eoin Callery’

(eh?95 2017)

L’album propone un esercizio, che si vuole sperimentale, di trasformazione del suono mediante l’amplificazione di violini e, nell’ultima lunga traccia, anche di una chitarra elettrica. Il risultato è, invero, assai scolastico. Non che la musica debba per forza “emozionare”, come oggi (ahimè) si dice; però quanto ascoltiamo in questo CD registrato presso la blasonata università di Standford assomiglia a un esperimento di acustica piuttosto che a un’opera d’arte. Certo, i confini tra scienza e arte sono oggi sempre più messi in discussione e l’arte rivendica il diritto di proporsi come artistic research. Però, perché negarlo? Questa è musica indigesta, il tipico disco che proprio non comprerei (e che non ho molta voglia di riascoltare).

Voto: 2

Alessandro Bertinetto

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