(ZAIKS/BIEM 2017)
Il progetto, che vede per la prima volta Salamon alla chitarra acustica e alle prese con una successione di pure improvvisazioni, esplora le diverse combinazioni possibili tra viola, fiati (clarinetto basso e sax alto) e sei corde. In più di un’occasione si assiste a un percorso che va dal complesso al semplice, dagli scoppi di vitalità dei diversi strumenti alla stringata enunciazione di un’idea musicale minima, anche solamente un intervallo di semitono (come in Trio I). La ricerca sulle diverse possibilità timbriche degli strumenti passa per sfregamento, percussione, pizzicato; si sentono il metallo dei tasti della chitarra, il crine dell’archetto, l’inaspettato suono gutturale del fiato spinto in modo non convenzionale nello strumento (Duo Achille & Szilàrd). Eppure il risultato complessivo risulta vagamente cerebrale, un esercizio di bravura (ma pur sempre un esercizio, e in quanto tale inevitabilmente faticoso). Tra i momenti che sfuggono a questa impressione, la traccia 7, in cui i tre musicisti sono in grado di far ascoltare il silenzio, mettendone in evidenza il colore evanescente attraverso il misuratissimo liquido di contrasto degli strumenti. Sofisticato e per ascoltatori allenati.
Voto: 8
Stefano Oliva