(Cromo Music 2018)
A sei anni dall’ottimo “Don’t be afraid and trust me” gli Saggerman, dopo un cambio di alcuni componenti a l’aggiunta di altri, hanno esteso il nome divenendo Staggerman and the Hobo’s Amen.
In questo lavoro il gruppo continua sulla scia delineata dai due precedenti lavori, consolidando la vena blues, contaminata con sonorità country e di frontiera. In altre parole nonostante siano italiani gli Staggerman sono collocabili nel genere Americana, ponendosi sulla stessa lunghezza d’onda di Guano Padano e Sacri Cuori. L’ingresso in formazione del trombettista/trombonista Fabrizio Del Vecchio si è rivelato particolarmente azzeccato, perché ha dato al gruppo un’aria ancor più di frontiera, soprattutto in The leech e negli intriganti intrecci di chitarre noise-blues, supportati dai fiati in How’s things going?.
L’aspetto più affascinante di questo disco è il fatto che Matteo Crema & soci in ogni brano sono riusciti ad esprimersi in maniera diversa, benché tutti i brani siano strutturati sulle dodici battute. Il gruppo, infatti, è in grado di destreggiarsi bene tra il blues maledetto, che evoca Nick Cave & The Bad Seeds, di Strawberry eyed, quelle delle chitarre aperte alla Neil Young di Towards the fence e il portentoso rock blues di Rabid dog.
In mezzo le ottime accoglienti di Gone chance, Opposite sides e The fall.
Un lavoro qualitativamente ottimo, per la capacità che il gruppo ha avuto di bilanciare tra momenti intensi ed altri più morbidi.
Voto: 8
Vittorio Lannutti