Intervista al compositore Federico Albanese.
In occasione dell’uscita dell’ultimo album di Federico Albanese, pianista e compositore italiano, ed in attesa del suo nuovo lungo tour europeo che toccherà città come Francoforte, Londra, Dublino, Colonia, Amsterdam, Zurigo, Lugano, Monaco, Istanbul, Lisbona, Atene e molte altre, pubblichiamo una breve, interessante intervista che ci aiuti a conoscere meglio l’autore e il suo mondo musicale.
In Italia Federico Albanese si esibirà il prossimo 12 aprile in un concerto al Santeria Social Club di Milano.
1. Qual è stato il suo percorso artistico?
Molto vario e ricco di esperienze musicali: ho studiato pianoforte da bambino ed in seguito clarinetto e basso. I miei interessi musicali sono sempre stati vari, da ragazzino ascoltavo musica cosiddetta “New Age” e nel frattempo registravo cassette punk-rock dalla radio. Ho sempre suonato in molte band diverse tra loro dal punto di vista del genere musicale: dallo stoner-rock al pop-rock, all’indie più sperimentale.
2. Cosa l’ha portata ad avvicinarsi a questo genere musicale?
Un desiderio inconscio di quiete direi. Dopo anni di “rumore”, punk, hardcore, stoner,
pop-rock…, sentivo come l’esigenza di esprimere sensazioni più intime. Ho ripreso così a suonare il
piano e a studiarlo. È stato come un amore ritrovato.
3. Ci sono dei compositori a cui si è ispirato, ovvero a cui si sente più è legato dal punto di vista
musicale?
Sono molti, tra i tanti cito Brian Eno, Nino Rota, Television, Traffic, Miles Davis.
4. By the Deep Sea è il titolo di un brano e nello stesso tempo dell’Album. Che significato ha questa
immagine?
By the Deep Sea, rappresenta uno stato mentale, una ricerca verso la giusta distanza tra noi stessi
e qualcosa di più profondo, un’idea, un pensiero, una situazione da risolvere… Quella distanza che
ci permette di essere vicini a tal punto da poter vedere le cose con la giusta chiarezza ed
esorcizzarle, trasformarle in qualcos’altro.
5. Qual è stata l’ispirazione guida nel comporre questo suo nuovo lavoro?
Forse davvero un bisogno, un’esigenza. Negli anni ho capito come la musica è il veicolo che ho
scelto per cercare di trasmettere o esprimere certe emozioni profonde, che difficilmente riescono a
uscire alla luce attraverso le parole. È come una sorta di meditazione o se vogliamo auto-analisi.
Attraverso la melodia, penso, si possano raggiungere stati dell’animo nascosti anche a noi stessi.
6. La sua musica è molto intima e personale, quali emozioni vorrebbe trasmettere attraverso di essa
all’ascoltatore?
Non c’è un’emozione specifica che voglio trasmettere, la musica in sé è soggettiva, sia per chi la
compone che per chi l’ascolta. L’obiettivo è quello di tendere in profondità, ma un brano che a me
scaturisce un’emozione positiva, può darsi che a qualcun’altro susciti l’opposto. Ognuno va un po’
a cercare quello che vuole, credo, o quanto meno si lascia trasportare verso un’emozione, la musica
è un veicolo che aiuta questa ricerca.
7. Nella sua musica c’è molta ricerca e cura delle timbriche, nonché dell’amalgama sonoro; qual è il
processo creativo attraverso il quale riesce ad ottenere questo risultato finale?
Tutto nasce dall’improvvisazione, o meglio dalla sperimentazione acustica. Spesso è il pianoforte stesso
a guidarmi verso uno spazio o un’idea sonora. In seguito, lentamente, nasce il contorno sonoro. Il
mio uso dell’elettronica è molto minimale e funzionale al pianoforte stesso.
8. Vivendo in Germania cosa ne pensa dell’ambiente musicale tedesco e quali, secondo lei, le
differenze con quello italiano?
In Germania c’è più apertura, più spazio per la sperimentazione e per la fruizione di musica
“diversa” o relativamente “nuova”. Penso che l’Italia sia ancora legata ad un tradizionalismo –
anche dovuto alla lingua – che da una parte mantiene una forte cultura legata alla musica folk e in
generale cantautorale, dall’altra produce una chiusura verso mondi musicali con un respiro più
internazionale.
9. Quali sono i prossimi progetti per il futuro?
Per ora sono concentratissimo sul lungo tour che mi aspetta, poi vedremo…. tante cose comunque!
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