(drycastle records 2017)
Sintesi di atonale e modale: questo il significato del termine, in prima battuta oscuro, che dà il nome al disco e all’album. Il quartetto composto da Stefano Negri al sax tenore,
Massimo Ciolli alla chitarra, Marco Benedetti al contrabbasso e Stefanio Bambini alla batteria esordisce (così almeno mi sembra da una rapida esplorazione del web) con un disco che propone un solido cool jazz (per intenderci à la Gerry Mulligan e à la Stan Getz), basato su un sound pulito in cui sax, chitarra e contrabbasso bene disegnano i loro timbri su un amalgama ben congeniato e ben sostenuto ritmicamente. Nove sono le tracce del CD: brani originali e abbastanza classici che, a tratti almeno, emanano un’atmosfera da jazz club fumoso. Dopo lo statement del tema, pronunciato (sempre dal sassofonista) con chiarezza espositiva, segue, com’è tradizione, il fluido monologo improvvisativo dei solisti (prevalentemente di sax e chitarra, ma in alcune occasioni anche di basso e batteria: si ascolti per es. Temporary Combo per il primo e Ovest per il secondo). Senza fare sfracelli (il che non è sempre un male), l’album si fa piacevolmente ascoltare.
Voto: 7
Alessandro Bertinetto