(Eibon Records 2017)
Inserire “Darkness, Void and Silence” nel lettore vuol dire imbattersi in un profondo viaggio mentale, fatto di algide e oscure sonorità ambient. Musica assai deep quella che ci propone da anni il capitolino Maath, confermandosi anche questa volta come uno tra i migliori scultori di paesaggi isolazionisti attivi in Italia. Costituito dalla presenza di tre composizioni, a loro volta suddivise in più atti, sin dall’attacco dei primi respiri di Darkness, e per quasi tutto il prosieguo, veniamo a contatto con un delicato e ascetico fascio di drones che fluttua nell’etere, alimentando emozioni contradittorie ma allo stesso tempo complementari: meditazione con Darkness, annebbiato senso di nostalgia nella fine della seconda parte di Void, sorretta da un catatonico accenno di ritmo, paura ed estasi con il mood oscuro di Silence che sfocia in un climax celestiale. Di certo queste musiche altre le frequentiamo da più di 30 anni, ma non ci stufiamo di sondarle quando sono proposte con tale eleganza e in un certo senso semplicità. Deep-ambient DOC.
Voto: 7
Sergio Eletto