(Boring Machines 2017)
I piccoli passeri inquietanti di titolo, copertina e (bel) libretto fotografico del
nuovo lavoro del duo Simon Balestrazzi / Monica Serra,
son piccoli pennuti in volo su sfondo cielo grigio e terra
sbiancata/calcificata dal morso del calore.
Dove l’osservazione desolata del circostante si dipana in un lungo tormento free-form (l’iniziale Bird Mother che occupa l’intera prima facciata),
tra fasci di sinewaves in ingarbuglio controllato, un battito
primordiale che par di legno, il canto/invocazione senza parole della
Serra e tensivo pulviscolo concreto/cortocircuitante in sospensione
lungo tutta la linea d’orizzonte. Seguono altre quattro
composizioni più brevi, dove Mating Call sgrana via un
bizzarro insieme digital/materico fluttuante in interno spoglio, Two
Little Sparrows è colonna sonora per vedute d’insieme
desertico/cigolanti, fra riverberi, colpi attutiti e corde in
sollecitazione, Tittle-Tattle Among Secret Devices,
è intercetto di una frequenza droning/rituale e movimenti di
macchinari con gommose cinghie allentate/vulcanizzate, chiude The
One With The Iron Beak con il buio in arrivo tra tensioni acustiche e battiti d’avviso. Materiali astral/siderurgici raffreddati/umanizzati e pulsazioni etno/arcaiche sul crinale dello sciamanesimo.
Senz’altro (al momento) la loro opera più riuscita.
Voto: 8
Marco Carcasi
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