Lazzara e Giannotti non dimostrano nessuna ansia nel mostrare il loro orizzonte, saldamente illuminato dallo spirituale progressivo di Claudio Rocchi (L’aria d’oro) e dall’ansia d’oriente di Franco Battiato .
Musicisti estremamente preparati, soprattutto nel creare paesaggi sonori – tradizione e modernità si intersecano in Onde di terra, ad esempio, tra strumenti etnici ed elettronica – ed evocare suggestioni sentimentali, piuttosto che nell’affrontare canzoni “diverse” alla Aldo Tagliapietra (altro maestro che può essere loro accostato: le due parti di Dune d’acqua), i due, con l’ausilio di ospiti, padroneggiano sonorità varie: piani preparati (il “carillon” di Rosalba), suoni trovati, un arsenale di fiati (Ma tu dov’eri?) e corde. Peraltro, non hanno paura di sporcarsi le mani con sonorità al di fuori del genere (e dell’epoca) di riferimento: La vostra d’ansia di orizzonte è tutta glitch, beat e Portishead.
Mai passati di moda, perché fuori dalle mode: certamente non per ascolt(ator)i distratti o frettolosi.
Voto: 7
Marco Fiori