(Why Play Jazz 2018)
Fondato nel 2011, l’ottetto capeggiato dal chitarrista tedesco Paul Peuker raduna due violini, violoncello, pianoforte, sassofono, basso e batteria (con l’intervento della voce di Sissi Rada nella umbratile Mnimi) con l’intenzione di proporre un incontro tra jazz e musica colta di tradizione europea. Le due ispirazioni si amalgamano piuttosto felicemente da un punto di vista timbrico (ascoltate come si inseriscono sax e batteria in Anthem) ma immancabilmente tendono a prevalere l’una sull’altra, sebbene con alterne vicende. Il che non vuol dire che l’esito non sia piacevole e accattivante, come ad esempio in The Skyward Escape, in cui i violini hanno però la funzione di decorare in modo piuttosto estrinseco l’improvvisazione del ‘comparto’ jazz. Altre volte vince l’ispirazione classica, tra dissonanze e nuances vagamente austriache, peraltro prontamente dissolte dall’intervento di basso, chitarra e batteria (Fuge). Un lavoro consapevolmente in bilico, in cui si percepisce il gusto della collaborazione e la disciplina delle parti. Peuker tiene per sé la conclusione, con la meditativa Into the Wild White Yonder.
Voto: 8
Stefano Oliva