(Dur et Doux/L’Autre/Inouie 2018)
Nati dalla ceneri e dall’unione spontanea di due band (Poil e Ni), i sette PinioL, francesi di Lione, hanno trovato il giusto equilibrio, affiché tutte le sensibilità del gruppo venissero espresse, vale a dire: noise, jazz, avant-rock, math.
Il sound che emerge da questi sette brani, è tanto compatto, quanto sperimentale e variegato. I sette francesi, infatti, riescono a coniugare vari stili, prendendo apertamente spunti da più generi e gruppi, ma hanno la capacità di saperli fondere, in modo da non risultare derivativi.
I brani variano di lunghezza da un minimo di quattro minuti e mezzo ad un massimo di poco meno di quindici minuti e quelli più lunghi riescono a tenere sempre alta l’attenzione, grazie ai tanti cambi di registro stilistico presenti. Pilon Bran Coucou nei suoi quattordici minuti ha tanti elementi al suo interno, dal funky-metal, ad accenni di prog, passando per un omaggio ai Battles più elettronici, fino a svisate nervose. Il brano più lungo, Sho Shin, se è strutturata intorno al rap-metal che evoca i Rage Against The Machine, e allo stesso tempo molto tirata, con elementi dub, che si alternano ad un’electro-rock intenso e a spruzzate di funky, passando per momenti più scarni.
Discorso diverso per Kerberos che riesce a far convivere serenamente il prog con il freejazz degli Zu.
Insomma si tratta di un lavoro da ascoltare più volte con estrema attenzione per apprezzarne i tanti risvolti.
Voto: 8
Vittorio Lannutti