(What’s Your Rupture? 2018)
Batte forte i denti con elegante fremito urbano/sbarazzino, questo debut album dei newyorkesi Bodega. Tra lividi ben portati, nevrosi da
interno e passi da dancefloor piantagrane e polemico (in quota
barricata Gang Of Four / Fall). Scuotimenti post
punk incalzanti di glamouroso neon (How Did This Happen?!),
sconnesse circolari kraute, aggiornamento di noie e grigiori manco
fossimo sotto il cielo di Leeds o Sheffield (Bodega Birth),
ossa sciolte a ciondolar sulla pista in cerca di rogne (Name
Escape), introversioni non dimesse (Boxes For The Move),
Pixies-pop spigoloso/irresistibile (Can’t Knock The Hustle / Gyrate
/ Jack In Titanic), acusticamente battaglieri come piacerebbe ad un Ian
MacKaye (Margot / Bookmarks / l’intensa Williamsburg Bridge),
un cristallo di Velvet (Charlie). Trafelato
e ben fatto art-rock prodotto da Austin Brown dei Parquet Courts.
Voto: 7
Marco Carcasi