(Ants Records 2017)
Ad un primo ascolto le sensazioni iniziali sono state di tangibile difficoltà, entrare in contatto con questo lavoro di Werner Durand richiede giusta, meritata concentrazione. Passano i giorni, rimesso il cd nello stereo durante un quieto pomeriggio di afosa estate, quando gli unici rumori a farmi compagnia sono il cinguettio degli uccelli e qualche furtivo rombo di macchina ad intervalli medio-lunghi, che finalmente accade la folgorazione. La scenografia sonora circostante mi concede di godere a pieno dei 7 saggi di incantata aerofonia sonora che l’avanguardista tedesco ci presenta suonando uno strumento autocostruito, il Pan-Ney: un peculiare fascio di tubi, fatto di vetro acrilico dalle varie dimensioni e diametri, scarno di fori e tasti, dove il musicista soffia in maniera obliqua, rievocando il modus operandi dei suonatori tradizionali persiani di flauto Ney, e cagionando di conseguenza un mantra di suoni assai variegato. Entriamo in contatto con delle ‘colonne d’aria oscillanti’ da cui colano scenari e variazioni dapprima quieti, poco modulari, un ronzio dronante ipnotico che in Amplitude si smuove verso il calare, mentre in Stehende Wellen I assume connotati quasi litanici e ancestrali che fanno pensare a paesaggi notturni. Druckwellen e Gegenwelle tessono sonorità circolari quanto frastagliate mentre si rimane affascianti dall’incipit messianico di Stehende Wellen II e dalla delicatezza della finale Wellereiter. La registrazione dell’intero lotto risale ad un periodo di tempo intercorso tra l’autunno del 2010 e l’inverno del ’11, in cui Durand ha composto e suonato in certosina solitudine dedicando il tutto all’eretico maestro del minimalismo Tony Conrad, e più precisamente ad un suo lavoro da cui ha tratto ispirazione, “Ten Years Alive On The Infinite Plane”.
“Schwingende Luftsäulen” è un altro assaggio di ottima musica sperimentale messo a segno dalla capitolina ANTS di Giovanni Antognozzi, impreziosito da un artwork accattivante e racchiuso in una confezione di rara bellezza artistica che lo rende come sempre oggetto unico e inimitabile.
Voto: 8
Sergio Eletto