(Dischi Bervisti 2018)
Un titolo più pertinente per descrivere la situazione di tanti cittadini europei e soprattuto immigrati, i Confine non potevano trovarlo, per il loro secondo lavoro, dopo “C.I.O.D.E.”. Anche se i testi sono molto più introspettivi e trattano tematiche personali dei quarto componenti del gruppo, il titolo assume una connotazione politica.
Si tratta di quell’atteggiamento politico tipico di chi suona musica hardcore.
Il quaretto Veneto, infatti si esprime proprio con un hardcore cantato in italiano, sporcato di grind, thrash metal, blasfemia e bassi minutaggi. Il disco dura un quarto d’ora, nel quale il gruppo esprime molto angst (Franco) e disincanto anticlericale in salsa Fluxus (La favola di dio).
Una carica indescrivibile!
Voto: 8
Vittorio Lannutti