(Discus Music 2018)
La collaborazione tra Chris Meloche (chitarra ed elettonica), Gino Robair (percussioni ed elettronica), Lyn Hodnett (voce) e il bulimico Martin Archer (sax, tastiere ed elettronica), congeniata e orchestrata da quest’ultimo (che davvero non si ferma mai!), porta a un risultato convincente e ricco di spunti creativi. Tappeti sonori ripetitivi generano un’atmosfera di sospensione e trance, puntellata, nelle tre diverse parti di questa suite, dai vari interventi dei sax, delle percussioni, della chitarra, della voce e dell’elettronica. In tal modo si crea una strana sensazione di fissità in movimento: i riff e i droni ripetitivi si sviluppano progressivamente, alimentando un suono assai stratificato e complesso, ma sempre brillante. Brillante come la luce di cui l’album decanta, in suoni, la sincerità; una luce che colpisce, a sprazzi, proprio grazie agli intensi inserimenti dei vari elementi del gruppo. Un disco psichedelico, onirico, avvolgente.
Voto: 9
Alessandro Bertinetto