(pfMentum 2018)
Il chitarrista statunitense Alex Lubet (che nel disco si cimenta anche con l’ukulele e il dulcimer) e il pianista svizzero Guerino Mazzola formano un duo musicale non scontato. Il genere è la libera improvvisazione d’avanguardia, su cui Mazzola ha scritto anche saggi di teoria. Intessendo fitti dialoghi con i loro strumenti, di cui sono raffinati maestri, i due musicisti lavorano sull’interplay e, anche nei brani più meditati (come Pursuit of Happiness) o squisitamente lirici e poetici (Verinoqu’es), mantengono sempre alta l’energia e la tensione anche grazie all’eccellente capacità di modulare tra diversi stati emotivi. Perfect Union sigilla la simbiosi artistica dei due protagonisti, ma l’andamento logico della loro creatività improvvisativa è chiara in tutte le tracce. Tuttavia, se di logica si tratta, essa non irretisce la felice libertà del viaggio musicale che ci viene proposto, libertà sottolineata (talvolta ex negativo) anche da alcune delle tracce più significative: Liberty, Blessing of Liberty, Freedom of Speech, Nether Slavery nor Servitude e Establishment Claws.
Voto: 9
Alessandro Bertinetto