(Ma.Ra.Cash Records 2018)
Stefano Giannotti, anima e corpo del progetto Oteme, è un musicista colto e sognatore, che nuota a suo agio tra gli strascichi algali delle varie avanguardie del Novecento: dalla dodecafonia e oltre (Nascita dei fiori. Il cimitero delle fate pare Sciarrino) al progressivo canterburiano e alla musica da strano sottofondo librario (Orfeo e Moira), passando leggero sulle possibili pesantezze grazie “all’ingenuità” spirituale che ricorda un poco il Claudio Rocchi che fu (cfr. Il corpo nel sogno, bucolica e financo folclorica).
Giannotti è antimoderno, nel senso di anticinico e antisuperficiale (Sono invisibile): gli interventi dei fiati di Lorenzo Del Pecchia, Maicol Pucci, Marco Fagioli sono intricati e nel contempo africaneggianti, le voci della flautista Valeria Marzocchi, della pianista Emanuela Lari, dell’arpista Valentina Cinquini sono pure dissonanti consonanze rock in opposizione (tutto ciò è in Neglibor). Niente citazionismo fine a se stesso, peraltro: semmai oculata foresta di suoni mingusiana (Blu marrone, dove il batterista Riccardo Ienna si traveste da Jo Jo Mayer). Giannotti si riserva la parte (chitarristica vocale) di modernizzatore un poco svagato e molto elettronico (cfr. Strippale, dove pare un Teo Usuelli 2.0), sorta di Brian Eno senza glam (Un paradiso col mal di testa).
I dodici brani di “Il corpo nel sogno” non sono per tutti, ma sono di tutti.
Voto: 8
Marco Fiori
Oteme ‘Il corpo nel sogno’ Bandcamp Page