Daimon “Dust”

(Silentes Minimal Editions 2018)

Attacca All the Dead Dreamers ed è all’istante pura libidine drone. Un vigoroso mantello di ambient music domina i nostri corpi, crescendo vistosamente nella tensione e nel volume, facendosi lievemente infastidire da un pulviscolo di suoni disturbati di varia derivazione. Su queste coordinate si va a sviluppare il secondo lavoro firmato Daimon, che vede la registrazione al termine dei concerti italiani di William Basinski tenuti nel ’16, cui il terzetto aveva suonato come gruppo d’apertura. L’estatica musica minimale del compositore statunitense la ritroveremo quindi a fare da musa ispiratrice alla creatura di Simon Balestrazzi, Nicola Quiriconi, e Paolo Monti, alle prese con un armamentario che ingloba elementi acustici con strumentazioni elettroniche, non convenzionali: [d] ronin, vibes, elettronics nelle mani del primo, voce, percussioni e microphones per il secondo, chitarra elettrica e elettronics per il terzo. Un ampio campionario che permette di spaziare dalle menzionate sonorità dark-ambient a cartoline elettroacustiche, dove registrazioni di campo (il rumore degli uccelli in volo) si miscelano a vibrazioni acustiche dalla colorazione malinconica e struggente (la maestosa So High So Close). Leonard è letteralmente un macigno di pura drone senza compromessi, bella tosta, infastidita a gradi da scariche di suono elettrostatico e noise. Da ascoltare a massimo volume per poter apprezzare a pieno di quell’oscuro vortice sonoro dall’elevato potere metafisico. Chiude Awash, messianico e desertico compendio tra tremolanti samples e fobie dronanti, magica e spettrale allo stesso tempo, arricchita da sparuti inserti di voce trattata. Il pezzo che più ricorda i trip sonori del grande Jorge Reyes, tinti alla bisogna da un’oscurità maggiore che cela anche un non-so-che di metropolitano (gli elementi noise, i feedback, le distorsioni chitarristiche in sordina). Letteralmente una bomba a ciel sereno questa in arrivo dai Daimon, che potrà mettere d’accordo in un sol colpo i fan dell’isolazionismo più tantrico, quelli del noise, e i seguaci delle sonorità sperimentali più ardite.

Voto: 8

Sergio Eletto

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