(Creative Sources 2018)
Il quartetto Mokita – argentino per tre quarti, svizzero per il resto – è formato da Cecelia Quinteros (violoncello), Christoph Gallo (sax alto e soprano), Alex Elgier (piano) e Marcelo von Shultz (batteria). I quattro brani proposti nell’album omonimo (registrato a Buenos Aires nel 2017) si radicano nella tradizione del free jazz e della libera improvvisazione. La caratteristica principale del loro sound è l’asprezza del timbro del sax di Gallo che risalta, graffiante, talvolta lacerante, su un tessuto costruito dal piano e dal violoncello (abile tanto nei registri gravi, tipicamente appannaggio del contrabbasso, quanto in quelli acuti), con la batteria nel ruolo – quasi scontato – di propulsore ritmico: ma l’interplay è il vero protagonista dell’album. Volutamente caotico in certi passaggi (la parte che precede la fine di Tepu per esempio), quasi meditativo in altri, il tono espressivo è quello abbastanza tipico di questo genere di musica, sebbene in alcune fasi (come in alcuni punti della lunga Persea Lingue), il ritmo diventi, a tratti, più regolare (ma sono momenti destinati presto a scomparire). Le novità non sono molte in questo disco, ma chi ama questa musica lo apprezzerà di certo.
Voto: 6
Alessandro Bertinetto
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