(Innova 2018)
Autore di spicco della corrente cosiddetta post-minimalista o totalista, l’americano Marc Mellits, classe 1966, è tra i più eseguiti e registrati della sua generazione. Ciò è senz’altro dovuto all’immediato appeal delle sue composizioni, che si può riscontrare anche in questo Cd di suoi brani scritti tra il 2008 e il 2009 ed eseguiti dai componenti del New Music Detroit, nelle cui fila militano alcuni tra i più valenti giovani musicisti. Un tale fascino deriva senz’altro dal prediligere, da parte di Mellits, brevi ma incisivi pannelli, che fungono da tranche de vie in cui l’autore dà sfogo ora alla sua genuina vena melodica, ora a una viscerale verve ritmica che si nutre di influssi rock e funk. Tali incisi melodico-ritmici sono sviluppati all’interno di compatte griglie minimaliste di notevole concentrazione espressiva, in cui si sentono gli influssi di maestri come Glass o Reich, che egli stesso riconosce come fonti costanti di ispirazione. Altro punto di forza di questi brani risiede nella brillantezza dei colori strumentali: penso soprattutto a Smoke, per sax, chitarra (acustica ed elettrica), marimba e percussioni, e a Prime, che si nutre della combinazione esplosiva ed irresistibilmente contagiosa di clarinetto basso, sax baritono, pianoforte e due percussioni. Quest’ultima composizione è interessante anche in quanto si discosta dal modello della suite: si tratta infatti di un brano in un unico movimento della durata di circa 17 minuti, in cui groove contagiosi incastonano episodi dal carattere introspettivo. Le altre due composizioni qui presenti sonoRed, per due marimbe, e il terzo quartetto per archi intitolato Tapas. Anche qui, energia ritmica viscerale, vena ironica e joie de vivre si sposano alla cantabilità di melodie dal sapore popular, ma finemente cesellate da questo maestro delle miniature musicali.
Voto: 9
Filippo Focosi