(Hallow Ground 2018)
Seconda uscita per la giovane artista statunitense (classe 1994)
in quel di Stoccolma.
Ad un anno di distanza da “Velocity Of Sleep”
(edito per la propria Xkatedral), “Cast Of Mind”,
procede nell’opera d’incrocio tra strumentazione
acustica (a fiato) e derive analogico/digitali.
L’autrice, si occupa della fase compositiva e produttiva, oltre a smanettare e
scavettare con lo storico synth modulare Buchla 200.
In principio, una lenta parata di fiati in stiracchiamento calibrato
(profondo e descrittivo), poi la Malone si ritaglia maggior
spazio, dronando e ragando su dente di sega (col quartetto
clarinetto/sax/fagotto e trombone in ben coordinato
allineamento). Nel suo insieme, fra emotive dissolvenze e rimandi
al minimalismo storico, l’effetto c’è.
Chi apprezza armonici ronzamenti elettrici e introspezioni
cameristico/contemporanee in sintonizzata performance, ci dia un’ascolto.
Voto: 7
Marco Carcasi