(Phonarchia Dischi 2018)
Sarà perché son toscani, ma a fior d’orecchio i Quadrosonar ricordano un poco i Litfiba della fine degli anni Ottanta (cfr. Can che abbaia): senz’altro il cantante (e tastierista) Francesco Thomas Ferretti non gronda epica come il giovane Pelù (anche se Un istante su Marte è una ballata intensa), ma la sensazione “caldo rock/freddo wave” quella è (Cosa resta di me).
Filologicamente e in realtà, i suoni elettronici “da stadio” guardano più ai Novanta (cfr. Zero (scegli me)), ma si è abbastanza sicuri che al chitarrista Matteo Quiriconi il paragone con Ghigo Renzulli non dispiacerebbe affatto (anzi, vista la provenienza, garberebbe abbastanza: 05.59 A.M.).
Un parere: per eliminare le ultime scorie Negramaro (cfr. Lunasia), consigliato un ascolto prolungato di Editors e White Lies.
Voto: 6
Marco Fiori