(Da Vinci Records 2018)
Musica a programma o concept album che sia, la narrazione musicale proposta dal gruppo di Stefano Corradi (clarinetti e sax), con Luca Garlaschelli al contrabbasso, Tiziano Tononi alle percussioni e alla batteria e Dora Scapolatempore all’arpa – che dona un colore molto particolare a tutto l’album – riesce a dipingere o a scolpire in suoni i personaggi e alcuni degli episodi più significativi del romanzo di Cervantes. Nell’omonimo brano che apre l’album, le ampie distese desolate de La Mancha sono presentate dall’arpa, che espande il nostro sguardo sui luoghi in cui si svolge la storia (e che en passant, riesco a riconoscere molto bene, perché ho vissuto qualche anno vicino a Toboso, il paese di Dulcinea). Poi il clarinetto disegna la corporatura e l’andatura goffa di Sancho Panza. E la vicenda comincia. La musica alterna strutture tradizionali e sprazzi d’avanguardia, forme popolari e improvvisazioni collettive. Ne La partenza di Alfonso il tempo in 7/8 rappresenta molto bene la difficile partenza dell’eroe del romanzo. L’improvvisazione collettiva è la via scelta per affrontare il tema di Vivir pazzo e morir sano (presente in due versioni, tra le quali i musicisti hanno deciso di non scegliere). L’elmo di Membrino (in realtà una bacinella) è presentato mediante una musica gioiosa ispirata al Sudamerica. Le atmosfere di Dulcinea o l’amore che non esiste è un brano avvolto nell’atmosfera commovente di un sentimento surreale, mentre il contrabbasso presenta l’incedere incerto e allo stesso tempo deciso di Ronzinante. E così via, per i restanti quattro brani (Sogno dell’idalgo, Nozze di Camacho, Mulini a vento, Il cavaliere dalla triste figura): una musica tutta da leggere e da sognare.
Voto: 9
Alessandro Bertinetto