(Cabezon records 2018)
Blumosso alla sua prima prova imbastisce un concept album la cui trama racconta l’intera vita di un amore che nasce, vive e spira via senza rimpianti, con consapevolezza, portandosi dietro un baule carico di ricordi, da cui fuoriescono piccole grandi storie fatte di empatia, di luoghi condivisi, di speranze, di diversità caratteriali, di mutamenti, di paure, di rinascite. Un baule di personalità multiple, appunto. All’anagrafe si chiama Simone Perrone il mentore di questa gradevole prova di cantautorato indipendente italiano che, come egli stesso afferma, mira a descrivere “… quei dettagli inosservati che, custodi di grande straordinarietà, sono capaci di stravolgere il quotidiano…”. Dalla stesura dei testi, passando per la scelta degli arrangiamenti, si materializza un’apertura mentale del nostro per la vasta materia del pop, facendo della semplicità e della chiarezza il leit motiv principale dell’opera, e includendo inoltre echi umorali che fanno pensare al Battisti via Mogol e, in forma più moderata, a quello ermetico e introspettivo targato Panella (Diverso e Piovere fanno tesoro di ciò), lasciandosi prendere poi la mano anche da lontane tentazioni prog in salsa acustica (Irma Cara). Guardando ai giorni nostri, il mood di Blumosso sembra legarsi poco alle prove di colleghi contemporanei come Moltheni, Mannarino, Baustelle, Riccardo Sinigallia, Carmine Tundo, e altri, tentando così di apparire il più originale possibile, mediante una scaletta che fa della sua ‘incostanza’ stilistica il punto di forza: elettrico nell’opener In un Albergo di Milano, volteggiando tra melodie aperte e cristalline ne Il Giorno che ti ho Incontrato, soffuso in Abbracciami Amor Mio, bluesy su Non eri un Angelo…
Un fugace romanzo fitto di parole e di musica dove l’amore è protagonista assoluto, con tutti i suoi mille volti, belli e brutti, e dove anche la malinconia, che solitamente accompagna i ricordi delle gioie trascorse da una coppia insieme, acquista un sapore diverso dal solito, più incoraggiante, dove non albergano recriminazioni di alcun tipo.
Voto: 7
Sergio Eletto
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