(Pax recordings 2018)
Un estenuante assolo di chitarra acustica lungo 68 minuti sembra voler riverberare tra la musica classica, l’avanguardia (paradossalmente un po’ retrò….) e (forse?) il jazz (ma non ne sono sicuro). Volutamente monotono, volutamente invariante, volutamente statico, volutamente involuto. Eppure ambizioso, almeno così mi sembra. Troppo ambizioso: lento, minimalista, privo di emozioni. Meditativo, si dirà: una sorta di cullante ninna nanna. Ma a me pare decisamente troppo stucchevole all’ascolto e non riesco proprio a capire perché dedicare a qualcuno (qui M.F.) un dono così poco gradevole (ma certamente ognuno ha i suoi gusti). Capisco invece perché, ascoltatolo una prima volta, l’avessi smarrito tra i meandri del mio pc. Un freudianissimo atto mancato. Forse il minimalismo non è nelle mie corde. Forse sono proprio queste corde, suonate (o fatte risuonare) in questo modo e con questa insistenza, a non andarmi giù. Sicuramente altri riusciranno ad apprezzare meglio. Spero lo abbia fatto M.F. Vi sfido ad ascoltarlo tutto…
Voto: 2
Alessandro Bertinetto
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